




In foto alcune delle opere fatte durante il mio percorso e dei laboratori da me tenuti in dicembre '24.
Cos'è l'Arteterapia?
L'arteterapia è un percorso che utilizza l'arte, come il disegno, la pittura, la scultura o altre attività creative, per aiutare le persone a esprimere emozioni, esplorare se stesse e migliorare il proprio benessere. Non serve avere competenze artistiche (io non ne ho!), perché si pone l'attenzione sul processo creativo e non sul risultato finale dell'opera. Durante il flusso creativo, si è portati a tirare fuori ciò che si ha dentro e che non si riesce a esprimere a parole. È un modo per comunicare emozioni e sensazioni, per prendersi cura di sé quando le parole non bastano o non sono lo strumento migliore.
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La mia formazione
Ho eseguito un master di formazione in Arteterapia presso la scuola di specializzazione in Artiterapie Artedo, dove ho avuto modo di studiare e comprendere i vari aspetti e le differenti discipline delle artiterapie, avendo la possibilità anche di mettere in pratica le conoscenze teoriche attraverso laboratori pratici di gruppo.
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Ma cosa centra con il mio lavoro da nutrizionista?
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Ho iniziato ad avvicinarmi a questo mondo, dopo aver partecipato ad un corso di modellazione dell'argilla, durante il quale ho avuto modo di vivere in prima persona il potente effetto benefico di questo materiale. Quando finivano le lezioni di questo corso provavo un senso di benessere, di leggerezza e di pace indescrivibili.
Da lì, ho iniziato a domandarmi se l'arte potesse avere un ruolo terapeutico e ho quindi deciso di intraprendere il master in Artedo.
L'arteterapia è già ampiamente utilizzata nei percorsi di cura dei disturbi del comportamento alimentare.
Il mio sogno è quello di utilizzarla anche all'interno della mia attività ambulatoriale, per aiutare nella gestione della fame emotiva.
La fame emotiva, infatti, è una risposta che si mette in atto in seguito a sensazioni ed emozioni che non si riescono a tradurre in parole: provo qualcosa che non riconosco, non mi piace quello che sento, voglio provare una sensazione diversa, mangio perché il cibo mi fa provare un senso di gratificazione, che poi è solo momentanea, perché molto spesso dopo mi sento in colpa e si innesca quindi un circolo vizioso.
Quando si parla di fame emotiva, l'attenzione non si pone mai sul "cosa mangio" ma sul "perché mangio"; si deve quindi andare a monte, a capire perché si prova tale emozione negativa, da cosa scaturisce e comprendere cosa sento.

Ed è proprio qui che si inserisce l'arteterapia!
Attraverso il processo creativo, si cerca di portare fuori da sé quell'emozione negativa, trasformandola con l’aiuto dei materiali artistici in forme, colori e segni. Così, l’emozione non viene più percepita come qualcosa di indefinibile e ingestibile dentro di sé, ma diventa qualcosa di esterno, separato dalla propria persona. Questo distacco consente di osservarla da un’altra prospettiva e di darle una forma, non attraverso le parole, ma mediante colori e materiali diversi.
Superare il linguaggio verbale permette di saltare quel passaggio spesso complicato di dare un nome o etichettare ciò che si prova. Questo processo aiuta a sciogliere il blocco interiore che si avverte, evitando di ricorrere esclusivamente al cibo come unico strumento per modificare le proprie sensazioni.
Come già detto in precedenza, non serve avere competenze artistiche, perché quello che andiamo a ricercare non è la bellezza di un'opera, ma la verità e la trasparenza che i mezzi come i materiali artistici ci permettono di raggiungere.
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Se vuoi saperne di più, contattami cliccando il tasto qui sotto o visita la mia pagina Instagram @spaziocreativo_wabisabi!
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