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Capitolo 7

Continuiamo nella sezione "meno è meglio" delle linee guida con un nuovo ingrediente da tenere sottocontrollo.

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Come per lo zucchero, lo stesso concetto lo estendiamo al sale in quanto, meno sale introduciamo meglio è, visto che consumiamo cibi industriali che già ne contengono. 

Dove lo troviamo? 

Gli effetti negativi del sale (cloruro di sodio) sono legati principalmente al sodio. Infatti, le quantità di sodio che dovremmo introdurre sono basissime, circa 0,1/0,6g al giorno (0,25/1,5g al giorno di sale, cioè la punta di un cucchiaino). Pertanto non sarebbe necessario aggiungere sale ai cibi, in quanto il sodio e già contenuto negli alimenti stessi ed è sufficiente per coprire le necessità dell’organismo. 

Le principali fonti di sale e sodio sono: 

  • Sale aggiunto in cucina o a tavola, che corrisponde a circa il 35% del sale assunto.

  • Sale contenuto nei prodotti trasformati e/o conservati, artigianali e industriali, come pane e prodotti da forno; Attenzione in particolare al dado da brodo, la salsa di soia, il gomasio e salse come ketchup, senape; ma anche formaggi stagionati, affettati e insaccati… copre circa il 50%.

  • Sodio contenuto naturalmente negli alimenti (carne, pesce, latte, frutta e verdura) che copre il restante 15%.

 

Perché ridurlo? 

Perché porta all’insorgenza di malattie e patologie quali ipertensione arteriosa, è un importante fattore di rischio per malattie del cuore, dei vasi sanguigni e dei reni, oltre che per l’ictus cerebrale. È associato a un aumentato rischio di cancro dello stomaco e maggiori perdite urinarie di calcio quindi aumentato rischio di osteoporosi. 

Bastano anche piccole riduzioni del consumo di sale, per abbassare il rischio delle malattie croniche sopracitate. 

 

Trucchetti per ridurlo: 

Per cercare di diminuire il consumo di sale, possiamo provare ad usare succo di limone, aceto, aromi (aglio, cipolla, sedano, porro), spezie (pepe nero, bianco, peperoncino etc.) e erbe aromatiche (basilico, origano, timo, maggiorana…)

 

Perché sceglierlo iodato? 

Perché nel nostro paese i livelli di assunzione di iodio sono insufficienti rispetto ai fabbisogni raccomandati e le autorità sanitarie hanno scelte di addizionare il sale raffinato - un ingrediente accessibile a tutti - di iodio, diventando così sale iodato, per coprire i fabbisogni del nostro paese. 

Attenzione a non confonderlo con “sale marino” o “integrale” che non sono addizionati di iodio. 

Attenzione a non cadere nell’errore di aumentare l’assunzione di sale per aumentare l’intake di iodio. La carenza di iodio viene soddisfatta con la corretta quantità di sale.

Sapevi che esiste un'iniziativa mondiale che prevede una settimana di sensibilizzazione per la riduzione del consumo di sale? Ebbene sì, si chiama WASH l'associazione che la promuove - World Action on Salt & Health - e solitamente è la seconda settimana di marzo.

È stato stabilito un obiettivo nutrizionale per la prevenzione, ossia una quantità che, pur garantendo la sapidità dei piatti, consenta la riduzione del rischio di malattia: il consumo dev’essere inferiore a 5 grammi di sale al giorno. 🖐🏼🙃 

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